Ripartiamo dal valore di sempre: la qualità. Ce l’insegna, da sempre, l’arte molitoria. La farina di qualità, a Torino, nel Canavese, in Piemonte è molto più che il nostro “marchio di fabbrica”, è la nostra guida. L’arte molitoria è un procedimento al tempo umile e raffinato, antico come il mondo, quasi ancestrale, magnifico nella sua sobrietà.

Quante cose sono successe, in questi tre mesi. E com’è cambiata, la nostra visione del mondo, della vita, del prossimo. Nessuno di noi, in fondo, si è fermato veramente. Alcuni hanno potuto o dovuto continuare a lavorare, altri non ne hanno avuta la possibilità e sono dovuti rimanere a casa. Ma nessuno, neanche chi ha sospeso il proprio lavoro, si è mai fermato veramente: tutti ci siamo interrogati, abbiamo pensato, abbiamo progettato. E, se siamo stati intelligenti, abbiamo anche imparato qualcosa.

Noi del Molino Martinetto abbiamo avuto due punti di riferimento: la qualità delle nostre farine, come dicevamo, e la storia della nostra macina. Quella che iniziò a produrre farina, proprio qui, nel Cinquecento e non si è mai fermata. L’arte molitoria coltivata in questo Molino nasce proprio in quel periodo storico, dai suoi valori, dalle sue visioni del mondo e della vita. Eravamo nel pieno del Rinascimento, o meglio nel cosiddetto Rinascimento maturo, consolidato dopo un secolo di sviluppo, di progetti, di arte e cultura. Poco importa se probabilmente in queste campagne nessuno aveva avuto notizia di Raffaello, Michelangelo e Leonardo: la macina lavorava e girava con fiducia, senza sosta ma secondo i suoi ritmi. Che sono gli stessi di sempre. Oggi la macina è sostituita da procedimenti innovativi ad alta tecnologia, ma l’arte molitoria in fondo è sempre la stessa e i ritmi sono invariati, perché non siamo noi a deciderli, è la natura: bisogna aspettare che il grano germogli, cresca e maturi; bisogna macinarlo con amore e con le tecniche giuste; e poi la farina va impastata nel modo adeguato, rispettando i tempi di lievitazione.

Ecco, ripartiamo da qui, in questo 3 giugno in cui è stata tolta quasi ogni limitazione imposta dalla pandemia negli ultimi tre mesi. Ripartiamo consapevoli del fatto che nulla sarà più come prima, ma anche felici di poter continuare a creare, a sperimentare, a progettare soluzioni nuove. Seguendo con gli occhi e con il cuore la nostra macina, che continua con il ritmo imposto dal tempo, dalla natura, dal desiderio di fare le cose per bene. E così l’arte molitoria diventa il nostro Rinascimento. Certo, niente a che vedere con le opere di Michelangelo e Raffaello (che comunque, secondo noi, il pane mica sapevano farlo!), ma pur sempre un’arte che nasce dalla bellezza della natura, dalla ricchezza del frumento e dal piacere di creare bontà per il resto del mondo.

Buon 3 giugno a tutti!

Molino Martinetto Torino

Con amore, dalle nostre mani alle tue.

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